Entro il 2021, Amazon vuole aprire 3.000 ‘Go’, i supermercati senza casse. Si entra dopo aver registrato i propri dati, si prendono i prodotti dagli scaffali e si esce. Telecamere, sensori e intelligenza artificiale capiscono cosa hai acquistato e lo addebitano sul tuo conto. Sono i numeri a dire quanto Amazon voglia puntare su Go: il primo punto vendita è arrivato un anno fa. Oggi ce ne sono otto e in tre anni dovrebbero diventare migliaia. Perché Bezos ci punta così tanto? Ha provato a rispondere un’analisi di Loop Ventures.
FATTURATO
I primi passi dei supermercati hanno dato indicazioni positive. RBC Capital Markets stima che la media di acquisti è di 10 dollari e 550 clienti al giorno per ogni Go. Calcolando i giorni di chiusura, l’incasso annuale sarebbe di 1,5 milioni di dollari. Cioè il 50% in più rispetto a un supermercato tradizionale delle stesse dimensioni. Non è chiaro se questo dipenda da un pubblico con maggiori capacità di spesa, dal sistema senza casse che invita a comprare di più o semplicemente dall’entusiasmo dovuto alla novità. Al di là delle motivazioni, 1,5 milioni l’anno per ogni punto vendita vorrebbe dire 4,5 miliardi di dollari nel 2021, nel caso in cui Amazon riuscisse ad aprire 3.000 supermercati.
TAGLIO DEI COSTI
La strategia aggressiva di Amazon implica grandi investimenti. Morgan Stanley stima che, per aprire 3.000 supermercati, Bezos dovrebbe spendere 3 miliardi. L’automazione di scaffali e magazzini ha infatti costi molto elevati, che – spalmati su vari esercizi – incideranno per anni sui margini. Si è detto spesso che – in mancanza di casse – il gruppo risparmierebbe parecchio in costi del personale. Questo è indubbio, soprattutto quando la tecnologia sarà più matura. In questa prima fase, però, oltre a pagare sviluppo della tecnologia, hardware e software, Amazon non sembra voler ridurre il personale umano.
ACQUISTI A ZERO CLIC
Dietro le motivazioni economiche, quindi, c’è altro. C’è una strategia di lungo periodo e una precisa visione del futuro commerciale. La prima delle sue caratteristiche sarebbe – secondo Loop Ventures – la presenza di un ecosistema di acquisto ampio e variegato, online e sotto casa. Ma soprattutto senza neppure un clic. Amazon sta rimuovendo qualsiasi possibile ‘attrito’ tra la scelta del prodotto e l’acquisto. Questo si traduce negli ordini vocali di Alexa (che sostituiranno le parole battute su una tastiera). Anche l’assenza di casse è una scelta che obbedisce alla stessa filosofia.
L’ALLEANZA TRA NEGOZI FISICI ED E-COMMERCE
I movimenti di due giganti del commercio fanno prevedere una distinzione sempre più sfumata tra punti vendita fisici e digitali. Walmart, la più grande insegna americana di GDO, sta investendo molto nell’e-commerce. Ha acquisito Flipkart (la principale piattaforma indiana) soffiandola proprio ad Amazon. E cresce online anche grazie a una serie di funzioni che facilitano gli acquisti via smartphone. Dall’altra parte, il nativo digitale Amazon sta puntando molto sui supermercati. Oltre a creare Go, ha acquisito la catena Whole Foods e aperto alcune librerie (Amazon Books). Dopodiché sono arrivati i primi ‘negozi 4 stelle’: sono il simbolo del rapporto liquido tra fisico e digitale perché tra gli scaffali si trovano solo gli articoli che sulla piattaforma di e-commerce hanno una valutazione molto alta (almeno 4 stelle, come dice il nome).
AMAZON PRIME E FRESH
E poi ci sono i servizi Prime e Fresh. Amazon e Walmart hanno capito che gli utenti non vogliono siti oppure negozi: vogliono poter decidere se ricevere la spesa a casa, passare a ritirarla o spulciare i prodotti di persona. Ci sono articoli (come gli abiti) che i clienti vogliono provare prima di acquistare. O scegliere (come il taglio di carne che ispira di più). Jeff Bezos è convinto che i negozi fatti di muri e scaffali cambieranno ma non spariranno. E possono essere complementari con le piattaforme online. La vendita al dettaglio, afferma Loop Ventures, “si rivelerà una parte fondamentale della strategia a lungo termine del gruppo”.
UNA RETE CAPILLARE PER LA LOGISTICA
La rapidità spingerebbe la spesa quotidiana. Le potenzialità sono inespresse, ma enormi: passano da una digitalizzazione che (non c’è dubbio) è destinata a espandersi. Quello che invece non cambierà è la necessità delle famiglie di acquistare cibo e deteresivi. Perché questa nuova logistica funzioni, la rete deve essere capillare: i 500 Whole Foods non bastano. Ecco perché il gigante americano dell’e-commerce vuole 3.000 Go in tre anni. E pazienza se non saranno immediatamente fonte di guadagno. Il gruppo ha le tasche piene e, già in passato, ha saputo aspettare: per anni Amazon Web Services (i servizi in cloud) non è stato redditizio. Oggi vale oltre la metà del risultato operativo del gruppo.