Sul latte versato sardo si gioca, sotterranea ma non troppo, l’ennesima battaglia tra industria alimentare e distribuzione che incrocia la battaglia politica a pochi giorni dalle elezioni regionali. Nel giro di 24 ore tre big della GDO italiana sono scesi ufficialmente in campo per sostenere i pastori sardi che da giorni protestano violentemente contro il prezzo del latte ovi-caprino, ritenuto assolutamente penalizzante per gli allevatori. Una situazione certificata da Ismea, che ha calcolato una perdita in capo agli allevatori di 14 centesimi di euro ogni litro di latte venduto ai prezzi attuali, ovvero i 56 centesimi Iva esclusa (60 centesimi Iva inclusa) a fronte di un costo di produzione che si attesta intorno ai 70 centesimi.
LA POSIZIONE DI CONAD
Ieri è stato il turno di Conad, che ha usato toni il più possibile concilianti pur riconoscendo la gravità del momento per coloro che producono il latte. La cooperativa ha chiesto, attraverso un appello ufficiale, uno sforzo di “innovazione” nei rapporti di filiera tra produttori e trasformatori e un’alleanza “per individuare le giuste soluzioni” che richiedono “un forte senso di responsabilità” utile a “migliorare l’efficienza del settore produttivo e dare risposta alle giuste rivendicazioni degli allevatori sardi. Una responsabilità collettiva che serve a garantire un futuro al comparto lattiero caseario sardo, strategico non solo per l’economia isolana ma ma anche per l’agroalimentare italiano, sempre più a rischio di emarginazione” conclude l’appello del gruppo guidato da Francesco Pugliese.
LA SCELTA DI COOP
Anche Coop scende a fianco dei produttori sardi di latte. Da subito e per un periodo utile al superamento della crisi, l’insegna riconoscerà infatti ai fornitori della sua Mdd un valore all’acquisto del pecorino in grado di assicurare agli allevatori il prezzo di 1 euro al litro. “Si tratta di un’iniziativa straordinaria di Coop – si legge in una nota del retailer – che verrà sostenuta per un periodo utile a superare la crisi di mercato in corso e che interesserà i fornitori e gli allevatori coinvolti nella produzione dei pecorini Coop, compreso il pecorino romano (le linee Coop e Fior Fiore presenti sugli scaffali). Coop sostiene da sempre il giusto prezzo dei prodotti, in grado di garantire i consumatori e permettere un’adeguata retribuzione dei produttori. La crisi attuale del pecorino romano e del latte di pecora è determinata da diversi fattori che vanno aggrediti in modo strutturale. E’ importante una migliore programmazione delle attività produttive che eviti gli eccessi di offerta attuali; fondamentale è avviare e sostenere i processi di aggregazione e di accorciamento della filiera che possano aiutare la competitività dei prodotti derivati dal latte di pecora. Parallelamente come Coop siamo disponibili e auspichiamo, come avviene in altri paesi del Nord Europa, accordi di filiera che fissino il prezzo del latte in modo stabile ed equo per tutto l’anno“.
LA SOLIDARIETÀ DI VÉGÉ E CRAI
Oggi è stato il turno di Gruppo VéGé, e della sua associata Gruppo Isa di Villacidro, che ha preso invece una posizione molto più netta a sostegno dei pastori nella vertenza che li vede contrapposti al comparto industriale lattiero-caseario. “Gruppo VéGé e Gruppo Isa solidarizzano con le rivendicazioni del mondo agro pastorale sardo esasperato da una situazione di crisi che si trascina da anni, divenuta oggi insostenibile a causa delle quotazioni al ribasso del latte ovino conferito per la trasformazione in pecorino sardo e derivati. Si tratta di una situazione che rischia di degenerare, mettendo definitivamente in ginocchio la pastorizia sarda e la già depressa economia isolana”.
IL SOSTEGNO DI CRAI
Con una locandina caratterizzata dall’hashtag #siamotuttipastorisardi, anche Crai ha deciso di sostenere gli allevatori. “La vostra lotta è la nostra lotta – si legge nella licandina diffusa dall’insegna – siamo pronti a essere parte attiva di questo movimento per contribuire allo sviluppo economico del nostro territorio“.
LA REPLICA DI FEDERALIMENTARE
Dal canto suo Federalimentare, che rappresenta la filiera della trasformazione contro la quale si scagliano i pastori, invita alla calma e chiede una tregua. “Sulla grave crisi relativa alla vicenda del latte ovi-caprino stiamo assistendo alla feroce quanto inutile ricerca di un capro espiatorio” – ha detto il presidente dell’associazione Ivano Vacondio. “La realtà – secondo il presidente – è che la questione è molto complessa, e riguarda l’organizzazione dell’intera filiera agroalimentare. In una situazione come quella attuale, con un’oggettiva e pesante crisi di mercato, sono necessari approfondimenti e soluzioni condivise. Occorre pragmatismo: per questo ci uniamo alla richiesta dei colleghi imprenditori della filiera e chiediamo con forza alla politica di fare tempestivamente la sua parte”.
LE IPOTESI DELLA POLITICA SUL PREZZO DEL LATTE
La politica, invocata “con forza” da Vacondio, saprà rispondere? Ieri il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, preoccupato per la scadenza elettorale ravvicinata, ha affermato che in 48 ore sarà trovata una soluzione “per restituire dignità e lavoro ai sardi”. Salvini starebbe pensando a una fissazione dei prezzi alla stalla per decreto, ma l’assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, Pier Luigi Caria è scettico: “Se, come ritiene Salvini, è possibile determinare normativamente il prezzo del latte, lo si faccia immediatamente”. Nel frattempo il latte continua a invadere le strade.