Gent.ma dott.ssa Alfieri
proprio in queste ore, mentre mi accingo a scriverle un commento sulla vicenda dei pastori sardi, le istituzioni stanno lavorando all’individuazione di una soluzione che credo debba essere auspicata da tutti.
Comunque vada si tratta di affrontare una situazione complessa per la quale è illusorio attendersi soluzioni semplici, ed è proprio per questa complessità della vicenda, che Coop ha deciso di muovere un primo passo fattivo auspicando al tempo stesso l’avvio di un lavoro che veda coinvolti i numerosi attori della filiera, alla ricerca di una soluzione che abbia quei caratteri di organicità e di prospettiva quanto mai necessari.
Perché ci siamo mossi così velocemente? Perché abbiamo intuito che oggettivamente la posizione degli allevatori era la parte debole della filiera e in qualità di leader del retail italiano abbiamo ritenuto indispensabile chiarire che andava appoggiata.
Si trattava, e siamo solo all’inizio, di cominciare a marcare un po’ di differenze all’interno del panorama della distribuzione italiana. Un insieme di operatori molto diversi per storia, cultura e modus operandi. È necessario distinguere tra coloro che si impegnano nell’affrontare tutti in giorni il mercato in modo “sostenibile” e coloro invece che si muovono in maniera spregiudicata, in un mercato caratterizzato da una moltitudine di attori “fragili” facilmente individuabili tra coloro che stanno a monte (i pastori in questo caso) e a valle (i consumatori) delle diverse filiere.
L’intervento, esporsi nel riconoscere come accettabile un valore di un litro di latte, è stato opportuno? Abbiamo ritenuto di sì, perché altre soluzioni quali una dichiarazione di vicinanza ai pastori o formule promozionali sui prodotti in questione (preciso per evitare fraintendimenti: soluzioni che osserviamo con assoluto rispetto) non ci sono parse sufficienti per il “sostegno” degli allevatori. Il valore è congruo nella misura? Difficile dirlo, certo è che in passato il prezzo pagato è stato anche superiore, e certo è che le valutazioni sul “giusto” prezzo appaiono quanto mai complesse; abbiamo ritenuto che oggi fosse un valore congruo per superare lo stato di crisi rimandando a un secondo momento le analisi di dettaglio. Di fronte all’incendio abbiamo preferito aprire l’idrante piuttosto che dedicarci ad analizzare quale fosse la reale causa scatenante o comunicare una vicinanza alle vittime.
Per Coop la missione di tutela del consumatore deve inevitabilmente coniugarsi con la sostenibilità (economica, ambientale ed etica) dell’intera filiera, una sfida tanto diuturna quanto difficile. Negli ultimi decenni tutto questo si è andato affermando più in generale come Responsabilità Sociale di Impresa (CSR) ma per Coop si tratta di un “carattere” antico, semplicemente da attualizzare costantemente e da applicare in modo fattivo, per gli altri da cogliere se lo si vuole.
Grazie
Domenico Brisigotti,
Direttore Commerciale Coop Italia