In Gran Bretagna continuano a scalare il ranking del mercato, fomentando una guerra dei prezzi che incide non poco sulla redditività dei big retailer. Negli USA, invece, l’impatto di Aldi e Lidl sembra ancora limitato, o persino deludente rispetto alle aspettative. Lo evidenzia un rapporto della società di consulenza Bain & Co., che ha analizzato come i rivenditori americani stiano resistendo all’offensiva dei discount tedeschi. Lo studio, condotto su un campione di 17.400 consumatori, ha rilevato però che tra i clienti dei rivenditori tradizionali, ben il 30% è solito fare la spesa anche da Aldi e Lidl. Inoltre, considerando gli acquisti ordinari di generi alimentari, i due player tedeschi ottengono un Net Promoter Score superiore a 40. Warehouse club e supermercati, invece, raggiungono quota 30-35. Gli shopper statunitensi che provano il formato dimostrano in genere di apprezzarlo, mostrando poi disponibilità a tornarci, anche se ciò comporta un viaggio più lungo.
DISCOUNT: UN POTENZIALE ANCORA INESPRESSO
Secondo la ricerca di Bain & Co., il Net promoter Score di Aldi, in termini di consumer advocacy, è salito a quota 55, con un aumento di nove punti rispetto al 2017. La catena, del resto, registra le performance migliori in due delle aree più considerate dai clienti: l’everyday low prices e il miglior rapporto qualità-prezzo. Tutto ciò si traduce in un aumento della quota di mercato che, considerato l’ambizioso piano di espansione da cinque miliardi di dollari del discount tedesco, è destinata a crescere notevolmente nei prossimi anni.
LE STRATEGIE DI ALDI
Attualmente conta su circa 1.800 negozi e intende aprire 400 nuovi store entro il 2022. Inoltre, Aldi è impegnata in un restyling dell’offerta e prevede di ampliare la selezione di cibi freschi del 40%. Quest’anno, poi, il 20% dell’assortimento sarà nuovo rispetto al 2018.
LIDL RIPRENDE L’OFFENSIVA
Dopo aver ridimensionato il suo piano iniziale di sviluppo della rete commerciale, Lidl sembra adesso voler nuovamente accelerare sulle nuove aperture. Da poco, infatti, ha acquisito 27 negozi dell’insegna Best Market e, Roman Heini, neopresidente della divisione USA, intende adeguare le superfici di vendita agli standard di metratura già utilizzati in Europa. Dunque, generalmente non oltre i 1.500 metri quadrati, in modo da contenere i costi.
RISCHI ELEVATI PER CHI NON INNOVA
Secondo Kent Knudson, coautore dello studio di Bain & Co., “sebbene negli Usa l’espansione dei discount sia stata finora meno travolgente del previsto, si rivelerà tuttavia travolgente nei confronti dei player tradizionali che saranno lenti a differenziarsi”.