Packaging: parte il progetto Terminus

Il nuovo studio, finanziato dall’UE, è stato avviato da un consorzio che comprende l’Università di Bologna. L’obiettivo è creare una nuova generazione di materiali plastici da confezionamento che consenta il riuso

Terminus è il nuovo progetto europeo per la creazione di materiali plastici multistrato riciclabili per il packaging. Nella squadra del progetto di ricerca figurano ben 13 partner. Un consorzio, del quale fa parte anche l’Università di Bologna con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, coordinato dalla ricercatrice Laura Sisti. Il riuso è uno degli obiettivi fondamentali, una criticità dalla quale il lavoro dell’equipe prende le mosse. Del resto, attualmente la quasi totalità del packaging multistrato dei diversi comparti (alimentare, farmaceutico, cosmetico) non consente il riuso e accede dunque, post utilizzo, alle procedure di smaltimento. Con il progetto Terminus si sta lavorando sull’azione di particolari enzimi capaci di decostruire il materiale plastico separando tutti gli strati di cui è composto. Percorrendo questa via gli imballaggi multistrato diventeranno finalmente riciclabili, aprendo alla prospettiva del riutilizzo.

TERMINUS, UN PROGETTO MULTINAZIONALE

La partecipazione dell’Alma Mater è legata alle competenze specialistiche del Dipartimento nell’ambito della scienza dei polimeri e delle biotecnologie. Con un finanziamento dell’Unione Europea di oltre 5,7 milioni di euro, il coordinamento della ricerca è affidato alla Scuola di Ingegneria Meccanica e Chimica Sigma-Clermont in Francia. Oltre ai partner Italiani, questa gestirà i contributi di alti specialisti provenienti dal mondo del packaging e della ricerca universitaria. Tra i Paesi coinvolti figurano anche Belgio, Lituania, Svizzera, Germania, Svezia e Norvegia.

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