Vinitaly World Tour, dal 3 al 5 novembre fa tappa in Cina. Alla “Hong Kong International Wine & Spirits Fair” oltre 200 produttori italiani presentano in questi giorni nel padiglione di Vinitaly oltre 1.500 vini di qualità. HK Wine & Spirits Fair, che giunge quest’anno alla quarta edizione, è la più importante manifestazione dedicata al vino e ai liquori del continente asiatico: nel 2010 ha attratto oltre 680 espositori e più di 14mila buyer e quest’anno registrerà la presenza complessiva di 930 espositori (+37% rispetto al 2010) provenienti da 37 Paesi. L’Italia è il Paese partner dell’edizione 2011, inaugurata ieri alla presenza di Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, e il padiglione italiano, che conta più del 20% dei produttori totali, vede la partecipazione di consorzi e aziende vinicole che presentano le eccellenze della propria produzione. In programma degustazioni, incontri pubblici, dimostrazioni e seminari per produttori, importatori e distributori. Un’iniziativa che permette a molte aziende, anche di medie-piccole dimensioni, di avvicinarsi a un mercato, quello cinese, molto interessante per l’elevatissimo numero di potenziali consumatori, per la crescita a due cifre del consumo di vino negli ultimi anni e per l’assenza di dazi doganali all’importazione di vino. Il mercato cinese del vino, infatti, secondo recenti studi, è destinato a diventare entro 20 anni il primo al mondo e già oggi è uno dei primi per quanto riguarda l’import. Andando nel dettaglio, nel 2010 l’Italia ha esportato vino a Hong Kong (città da cui viene poi riesportato in Cina il 30% dei vini importati) per un valore complessivo di 18 milioni di dollari (12 milioni nel 2009), che la attesta al nono posto complessivo, dietro esportatori come Usa (92 milioni di dollari), Australia (48 milioni di dollari), Regno Unito (211 milioni di dollari) e molto dietro la Francia, che ha esportato vino a Hong Kong per un controvalore complessivo di 326 milioni di dollari. Per quanto concerne i volumi, l’Italia nel 2010 ha esportato 17 milioni di ettolitri (13 nel 2009), sempre dietro Usa (32 milioni di ettolitri), Australia (51 milioni di ettolitri) e Francia (76 milioni di ettolitri). Allargando il discorso alla Cina, il valore complessivo dell’export di vino italiano nel 2010 ha superato i 40 milioni di euro (+18% rispetto al 2009), a fronte di una Francia che ha un controvalore superiore di 7 volte (277 milioni di euro). I vini italiani che trainano la crescita dell’export sono soprattutto i bianchi doc toscani (1,5 milioni di euro) e veneti (1,3 milioni) e i rossi doc toscani (3,3 milioni di euro) e piemontesi (2,2 milioni). C’è molto terreno da recuperare quindi, ma anche molto potenziale di crescita per le esportazioni dei nostri produttori, soprattutto se si considera che la tipologia di vino che ha registrato il maggior tasso di crescita nelle vendite 2010 è stato il vino rosso fermo (+26%).
Le varietà enologiche più apprezzate dai consumatori cinesi sono, per i vini rossi fermi, il cabernet sauvignon (38% di quota di mercato) e il merlot (14%), mentre tra i vini bianchi fermi prevale lo chardonnay (43% di quota di mercato) davanti al riesling (22%). Per i rosé la fa da padrone assoluto lo zinfandel (80% di quota di mercato). Molto ridotto se non inesistente è invece il mercato degli sparkling wines: nel 2010 sono stati venduti solo 1,6 milioni di litri.
Vinitaly inebria Hong Kong
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