Lo scorso 27 marzo, a Bordeaux, durante l’assemblea annuale di Areflh (l’Associazione delle regioni e dei produttori europei dell’ortofrutta) Simona Caselli è stata riconfermata all’unanimità alla guida dell’associazione. L’assessore dell’Emilia Romagna sarà affiancata dal Presidente del collegio dei produttori Jean-Louis Moulon, anche lui riconfermato nella carica, e da un consiglio di amministrazione composto da rappresentanti delle regioni e delle associazioni di organizzazione di produttori, tra cui la AOP Finaf con sede in EmiliaRomagna.
AREFLH, TRE ANNI DI SUCCESSI
L’assemblea è stata occasione per fare un bilancio di mandato da parte della Caselli. “Mi fa molto piacere questa riconferma alla guida dell’Areflh. Significa che il lavoro fatto è stato apprezzato sia dalle Regioni sia dai produttori. In questi tre anni è stata allargata la base sociale e geografica dell’associazione, con l’ingresso di 8 AOP e 5 nuove Regioni; abbiamo rinnovato la struttura organizzativa, con una nuova giovane segreteria generale e l’apertura di un ufficio a Bruxelles per essere più vicini alle istituzioni europee; abbiamo promosso la ricerca nel settore facendo rete a livello europeo; abbiamo lavorato sulla sensibilizzazione al consumo di ortofrutta con specifiche pubblicazione presentate nelle principali fiere ortofrutticole d’Europa; ma soprattutto abbiamo rafforzato il nostro ruolo di interlocutore privilegiato per la Commissione Europea ottenendo risultati che da soli, come Regioni o come AOP, non avremmo mai potuto raggiungere”
I FONDI PER LO SVILUPPO RURALE
“Essere riconosciuti come punto di riferimento a livello europeo per il settore ortofrutta ci consente di avere rapporti con i massimi vertici della Direzione Generale Agricoltura della Commissione – ha proseguito Simona Caselli –. Quest’anno abbiamo avuto ospite all’assemblea generale di Areflh il vice-direttore Rudolf Moegele, al quale ho ribadito la richiesta da parte delle regioni agricole europee di mantenere inalterate le risorse per lo sviluppo rurale e di garantire alle regioni il ruolo di autorità di gestione per meglio corrispondere ai fabbisogni specifici dei diversi territori e delle diverse agricolture che rappresentiamo. La PAC è l’unica vera politica comune europea. Le decisioni rilevanti per i nostri agricoltori si prendono a livello europeo, bisogna però fare in modo che si tenga conto della diversità e dei bisogni dei singoli territori, che sono anche la ricchezza del nostro paese e della UE”.