Un recente studio di Rabobank evidenzia come negli Stati Uniti stiano prendendo sempre più piede cibi e bevande contenenti cannabidiolo (CBD), un principio attivo presente nella cannabis light. Si tratta di un componente che in pratica riveste un ‘doppio ruolo’: ingrediente funzionale per alimenti e bevande, ma al tempo stesso ‘esaltatore dell’umore’. Non una droga, ma una sostanza in grado di aggiungere gusto e, pare, effetti rilassanti a cibi e bevande.
Di fatto, osserva il report, l’aggiunta di CBD “sta sfumando i confini tra il settore farmaceutico e quello alimentare. Tendenza che potrebbe accentuarsi se i suoi presunti benefici terapeutici fossero dimostrati”. Fino ad allora, alle aziende produttrici converrà una buona dose di cautela nel fare troppe promesse sugli effetti dei prodotti infusi di CBD. Anche perché la Food and Drug Administration (FDA) ha contestato alcune affermazioni in questo senso, ritenendole infondate. I consumatori comunque non sembrano troppo preoccupati dal fatto che per ora il CBD in alimenti e bevande sia regolato solo a livello statale negli USA, in attesa di una generale approvazione a livello federale.
IL MERCATO DELLA CANNABIS LIGHT
Dalle caramelle alla birra, dal gelato a vari tipi di dolci, molti prodotti a base di cannabis light sono infatti già disponibili e riscuotono un successo crescente. Il mercato potenziale, al di là di eventuali risvolti legali, appare alquanto redditizio. Per questo diversi produttori – anche piccoli – di alimenti e bevande stanno valutando l’opportunità di entrarvi. La spesa per tutti i cannabinoidi, inclusi la marijuana e il suo derivato psicoattivo THC, secondo un rapporto della BDS Analystics è prevista in crescita a 4,1 miliardi di dollari entro il 2022 (dagli 1,5 miliardi del 2018). Secondo uno studio di A.T. Kearney, il 40% dei consumatori americani ha dichiarato di essere disposto a sperimentare prodotti alimentari a base di cannabis light.
MONDELEZ E LA TENTAZIONE DEGLI SNACK
I produttori alimentari stanno esplorando varie possibilità in termini di varianti ‘alla cannabis light’, per essere pronti non appena il quadro normativo dovesse chiarirsi. Il colosso Mondelez, ad esempio, che produce tra gli altri Triscuits e Oreo, ha recentemente dichiarato alla CNBC che il CBD potrebbe far parte delle sue future innovazioni in materia di snack. I grandi produttori alimentari, comunque, hanno per ora un atteggiamento attendista. Motivo per cui ad oggi i prodotti con l’aggiunta di CBD o canapa provengono in gran parte da aziende più piccole. Situazione che potrebbe cambiare rapidamente, man mano che un numero sempre maggiore di operatori entrerà nel settore e nuovi prodotti saranno disponibili sul mercato.