La scorsa estate destò un certo scalpore il caso del supermercato di Helsinki che aveva organizzato un pigiama party tra le corsie per offrire refrigerio ai suoi clienti, tormentati dal caldo record. Si trattò in effetti di una trovata insolita e originale, ma perfettamente in linea con una nuova tendenza globale. Quella che vede gli store fisici diventare sempre più un punto di riferimento per le comunità locali, fornendo servizi ben oltre gli standard tradizionali. Rientra probabilmente in quest’ottica pure il fatto che, alle elezioni politiche del 2020, i cittadini neozelandesi potranno esercitare il loro diritto di voto anche nei supermercati. Insomma, fare la spesa e scegliere il primo ministro, tutto nella stessa struttura, compresa la possibilità di iscriversi alle liste elettorali. La decisione, appena annunciata dal Ministro della Giustizia Andrew Little, ha l’obiettivo dichiarato di consentire la più ampia partecipazione possibile alle consultazioni, aumentando l’affluenza. Tutto ciò nonostante nel 2017 abbia votato il 79,8% degli aventi diritto, cioè il dato più alto dal 2005.
LE MOTIVAZIONI UFFICIALI
“Mettere le urne nei supermercati e nei centri commerciali – ha spiegato il ministro Andrew Little – renderà più facile votare. È importante che i seggi elettorali siano collocati dove i cittadini svolgono le loro normali attività economiche, in modo quindi da facilitarli nelle loro vite indaffarate”.
OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO
Non la pensano però così gli esponenti dell’opposizione. Secondo quest’ultimi, infatti, il provvedimento favorirà le compagini di sinistra, a cominciare dai Labour, il partito di governo. Altri, invece, temono minacce all’integrità del procedimento elettorale. E puntano tuttavia il dito più contro la possibilità di iscriversi alle liste e votare lo stesso giorno che sulle nuove location.
IL SISTEMA GIAPPONESE
In realtà l’iniziativa neozelandese, per quanto abbia alimentato polemiche, non è proprio una novità assoluta nel panorama globale. Negli Stati Uniti, del resto, si vota persino nei saloni di bellezza e i seggi elettorali possono essere in spazi pubblici o privati, purché rispondano a una serie di criteri predefiniti. In Giappone, invece, votare al supermercato e nei centri commerciali è prassi già da diversi anni. Nello specifico, però, gli store nipponici vengono utilizzati più spesso durante la giornata antecedente le elezioni, quando votano i cittadini che dichiarano di non potersi recare alle urne l’indomani.