Osservatorio Sana: export a +10%. E il granaio d’Europa punta sul bio

I dati di Nomisma sul mercato del biologico Made in Italy, dai plus dei prodotti ai mercati di sbocco. Focus su Russia e Giappone
Osservatorio Sana: export a +10%. E il granaio d’Europa punta sul bio

Nel 2018 l’export di prodotti bio made in Italy è cresciuto del 10%, superando i 2 miliardi e 200 milioni di vendite. È quanto emerge dai dati presentati da Nomisma nel corso del convegno “Il posizionamento competitivo del bio made in Italy sui mercati esteri”, tenutosi lo scorso 6 settembre a Bologna in occasione dell’avvio di Sana 2019. La survey ha analizzato il posizionamento competitivo del bio made in Italy sui mercati esteri, con due approfondimenti dedicati rispettivamente alla Russia e al Giappone.

SBOCCHI E VANTAGGI DEL BIO MADE IN ITALY

Secondo l’Osservatorio Sana 2019, le imprese italiane del bio hanno come principale sbocco l’Europa, che copre il 77% del fatturato estero realizzato nel 2018, con Francia (22%) e Germania (17%) come primi due mercati di destinazione. Tra i Paesi terzi, emergono invece gli Stati Uniti, il Giappone (6%) e la Cina (3%).

Rapporto qualità/prezzo (27%), sicurezza/controlli (23%) e qualità organolettiche (20%) sono il biglietto da visita del nostro bio. Sono considerati elementi di successo anche la reputazione associata ai brand delle nostre aziende (15%), la presenza di certificazioni aggiuntive (DOP, IGP) e la capacità di offrire prodotti/ricette innovativi (5%).

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FOCUS SU GIAPPONE E RUSSIA

Focus dell’Osservatorio 2019, i mercati di Giappone e Russia mostrano entrambi ampi margini di crescita rappresentando così una sfida interessante per il biologico italiano. In Russia, nel 2017, salgono del +108% le superfici coltivate a biologico. Con superfici agricole assai ridotte, sebbene in crescita, il mercato del bio in Giappone è tuttavia più rilevante: 1,4 miliardi di euro (1,5% del mercato biologico globale), con un consumo annuale pro-capite (11 euro) che dimostra ampi margini di crescita.

In Russia, circa 20 milioni di ettari incolti e del tutto incontaminati potrebbero essere coltivati a biologico”. Ad affermarlo – in apertura del convegno – è Andrey Volkov, Vice Presidente del Comitato per lo Sviluppo Agroindustriale della Camera di Commercio della Federazione Russa, che ha lanciato una vera e propria call to action. “Auspichiamo una proficua collaborazione con l’Italia per avviare una coltivazione biologica di grano: potremmo vendere la materia prima al vostro Paese e comprare da voi il prodotto finito, molto richiesto in Russia per il suo alto livello qualitativo”. Il mercato russo, molto interessato al tema del biologico, sta muovendo i primi passi: a partire dal 1° gennaio 2020, infatti, entrerà in vigore la prima legge che regolamenterà i prodotti bio nel territorio federale.

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