Gdo: Paolo Orrigoni agli arresti domiciliari

Si aggrava la situazione del patron di Tigros Paolo Orrigoni, che subisce un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta “La mensa dei poveri” su presunte mazzette per costruire un superstore. Le indagini si allargano anche a Milano e Solbiate Olona, oltre che a Busto Arsizio
Gdo: Paolo Orrigoni agli arresti domiciliari

Il patron della catena di supermercati Tigros, l’imprenditore Paolo Orrigoni, ha visto aggravarsi la sua posizione all’interno dell’inchiesta della procura di Milano denominata “La mensa dei poveri” su presunte mazzette pagate per ottenere favori da politici e pubblici amministratori. A maggio di quest’anno era emerso il suo coinvolgimento nell’indagine per una presunta tangente da 50mila euro, che sarebbe stata pagata con il fine di ottenere una variante al piano di governo del territorio (pgt) di Gallarate finalizzato a costruire un superstore Tigros in un’area fino ad allora industriale. Da allora la sua posizione all’interno delle indagini era rimasta sospesa fino alla svolta decisa dal gip meneghino Roberta Mascarino, che ha accolto le richieste dei pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, ordinando per lui gli arresti domiciliari, così come per l’ex parlamentare europea Lara Comi. Per l’ex direttore generale dell’Afol Metropolitana Luigi Zingale, invece, si sono aperte le porte del carcere.

CONTESTATA UNA ‘MAZZETTA’ DA 50 MILA EURO

Cos’ha portato a questo aggravamento della situazione nei suoi confronti? Lo dettaglia il gip Mascarino nella sua ordinanza, che Food ha potuto leggere e che si affida a una lunga serie di testimonianze e di riscontri delle indagini per concedere gli arresti a Orrigoni, già candidato sindaco di Varese per la Lega. Scrive la Mascarino, che enuncia così i punti salienti del presunto accordo corruttivo: “le trattative per la vendita del complesso di via Cadore a Gallarate, per il valore di 4,6 milioni di euro, si protraevano da anni ed erano ostacolate dall’attuale conformazione urbanistica dello stesso inidonea rispetto all’insediamento di una media struttura di vendita”; “il preliminare di vendita sottoscritto con Orrigoni prevede a carico dell’acquirente (Orrigoni stesso, ndr) il pagamento di un ammontare di 50 mila euro dei costi di ‘finta’ consulenza necessaria alla Estro Ingegneria” necessaria per produrre la provvista utile a “remunerare” i politici coinvolti nella variante del pgt per la quale si interessava, in prima battuta, l’assessore all’Urbanistica di Gallarate Alessandro Petrone, finito in carcere già a maggio, che aveva come referente il ras di Forza Italia Nino Caianiello, dominus del sistema corruttivo varesino che, dopo mesi di carcerazione, ha iniziato a raccontare le vicende più scottanti ai pm.

Paolo Orrigoni

GIP: ORRIGONI ERA “ESTREMAMENTE DISINVOLTO” NEI SUOI SCOPI

Per il gip Mascarino, che ha parlato di “estrema disinvoltura” di Orrigoni nel perseguire i suoi scopi, sono molto importanti anche le dichiarazioni rese ai pm di Enrico Tonetti, l’imprenditore coindagato che doveva vendere proprio al patron di Tigros il terreno su cui costruire il superstore. Dice Tonetti che Orrigoni non solo era consapevole che l’operazione fosse “illecita”, “ma era stato lui a promuoverla”. Rilevanti anche quelle di Marta Cundari, responsabile dell’ufficio tecnico di Gallarate, e di Alberto Bilardo, politico di Forza Italia gallaratese entrato nell’affare di via Cadore, che hanno confermato il ruolo dell’imprenditore della distribuzione e dei suoi legami con Caianiello, Petrone e gli altri soggetti della filiera. Lo schema, giova ricordarlo, prevedeva che Tonetti doveva pagare la Estro, la quale avrebbe ribaltato i soldi a Nino Caianiello e Alberto Bilardo. Tonetti avrebbe avuto poi il suo ristoro vendendo il complesso immobiliare ad Orrigoni.

SCHEMI OPACHI ANCHE PER APRIRE A MILANO E SOLBIATE OLONA

L’ordinanza che ha portato in carcere Orrigoni svela ulteriori retroscena che finiranno per creare polemiche: ovvero che l’imprenditore avrebbe voluto utilizzare questo schema opaco per aprire anche a Milano. I pm milanesi indicano, infatti, “anche il suo coinvolgimento in ulteriori vicende del tutto sovrapponibili, quanto al modus operandi a quella in scrutinio, sulle quale sono ancora in corso approfondimenti investigativi”. In particolare, scrive il gip Roberta Mascarino nell’ordinanza di custodia cautelare, la Guardia di Finanza di Busto Arsizio ha rilevato “diverse vicende illecite relative ad ulteriori insediamenti Tigros nei comuni di Milano nel quartiere di Baggio e di Solbiate Olona“. Da ricordare che Orrigoni risulta indagato anche dalla procura di Busto Arsizio per “induzione indebita” in un caso simile.

AVVOCATO ORRIGONI: “NON HA COMMESSO ALCUN ILLECITO”

L’avvocato di Orrigoni, Federico Cosulich, nega ogni addebito: “Paolo Orrigoni è rimasto ovviamente stupito per la misura cautelare che lo ha attinto. È consapevole di non aver commesso alcun illecito. La fiducia nella magistratura è massima e confidiamo di poter chiarire quanto prima e in modo inequivocabile la nostra posizione, nell’ottica della più ampia collaborazione”.

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