I cash&carry di Metro nel mirino di Sysco

Il colosso americano Sysco starebbe valutando un'offerta per il distributore all'ingrosso tedesco che in Italia ha una storica e consolidata presenza
I cash&carry di Metro nel mirino di Sysco

Con Sysco è destinato a cambiare proprietario il gruppo tedesco Metro, uno dei campioni internazionali nel settore dei cash&carry quotato sul listino di Borsa tedesco dove capitalizza attualmente 4,3 miliardi di euro?

Le indiscrezioni sull’interesse da parte del gruppo americano Sysco per le sue attività hanno surriscaldato l’aria intorno al distributore di Dusseldorf, presente in forze anche in Italia dove ha una rete di 49 punti vendita. Secondo la stampa internazionale Sysco, che opera nello stesso settore di Metro ma con una più ampia offerta di servizi per una clientela più diversificata, avrebbe contattato i vertici della “preda” alla fine del 2019 per sondare la disponibilità verso un’operazione di acquisizione non ostile e i colloqui sarebbero continuati anche nei primi mesi del 2020, senza raggiungere però un risultato dato che nessuna offerta è stata al momento presentata. Anche la fondazione Meridian, nata per volontà della famiglia Beisheim (Otto Beisheim ha fondato il gruppo tedesco negli anni 60) e che possiede il 20% circa delle azioni, ha negato di aver avuto contatti con la società americana, sottolineando che al momento non c’è un’offerta sul piatto.

LO SCOGLIO DEI 16 EURO DA SUPERARE

L’assalto di Sysco al distributore tedesco è quindi destinato a non partire? È presto per dirlo, perché l’interesse della società americana ad espandere le sue operazioni in Europa sembra essere concreto. E Metro è certamente uno dei “bocconi” più interessanti sul mercato, soprattutto dopo che, nel 2019, il suo primo azionista – la società veicolo Ep Global Commerce che detiene il 30% delle azioni – aveva cercato l’affondo offrendo 16 euro per ogni titolo per arrivare a detenere almeno la quota di controllo, ma l’operazione non era andata in porto perché giudicata non congrua dagli altri azionisti, a cominciare da Meridian. Dietro Ep Global Commerce ci sono il businessman ceco Daniel Kretinsky, con interessi nel settore energetico, e il finanziere slovacco Patrik Tkac, che non hanno voluto commentare pubblicamente le indiscrezioni su un possibile abboccamento nei loro confronti di Sysco. Messa così, sembrerebbe chiaro che qualsiasi offerta della società americana debba superare i 16 euro per azione se vuole avere qualche chance di successo. Il che significa, però, che deve essere almeno il 60% superiore ai prezzi di borsa di questi ultimi giorni, crollati per effetto della psicosi da Coronavirus. Il quale potrebbe aver cambiato radicalmente le prospettive di sviluppo della società nel breve e medio periodo, aprendo a offerte più “ragionevoli”.

DUE GEOGRAFIE MOLTO COMPLEMENTARI

Nel frattempo che si schiarisca la situazione gli analisti e osservatori finanziari hanno iniziato a prendere le misure di questo possibile deal. Va detto che, a livello geografico avrebbe molto senso perchè la sovrapposizione tra le aree di presenza è quasi nulla, se si esclude l’Inghilterra, la Cina e poco altro. Inoltre, dopo aver ceduto la catena di ipermercati Real, i department stores Kaufhof ed essersi separata da Ceconomy (elettronica a marchio Mediaworld in Italia) è una società dal business molto chiaro e focalizzato nelle vendite all’ingrosso. Nonostante ciò, secondo un’analisi di Reuters, il gruppo tedesco non sarebbe un buon affare per Sysco, soprattutto a 16 euro (o più) che potrebbero chiedere i due azionisti forti. Le prospettive europee, soprattutto in tempi di Coronavirus che sta mettendo a dura prova tutto il settore horeca, sono molto magre e la crescita del mercato alimentare nel Vecchio continente è più bassa che negli Usa. Il giro d’affari di Metro, secondo gli analisti, dovrebbe crescere a un tasso del 2% annuo nei prossimi due anni (ma nell’ultimo trimestre il fatturato consolidato è cresciuto dell’1%, se non sarà rivisto al ribasso. Un tasso minore di quanto riesce a fare Sysco negli Usa, dove ha fatturato 41 miliardi di dollari nell’ultimo anno su 60 miliardi totali, e con una profittabilità a livello di ebit migliore. In sostanza per Sysco, che vale in Borsa l’equivalente di 30 miliardi di euro circa, e per il suo neo amministratore delegato Kevin Hourican, quest’acquisizione potrebbe essere molto costosa ed avere ritorni scarsi. Si vedrà, i giochi sono ancora in corso.

LA PARTNERSHIP COL GRUPPO VÉGÉ

In Italia nel frattempo il gruppo tedesco ha siglato un’inedita partnership strategica, della durata di tre anni, con il Gruppo Végé: si tratta di un’alleanza, operativa dall’1 gennaio 2020, che rimescola le carte nelle centrali d’acquisto e che conferma come il canale della Gdo e quello dell’Horeca possono trovare punti di convergenza e fattori da mettere in comune nello sforzo di massimizzare le performance.

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