La possibilità che il coronavirus si trasmetta attraverso il contatto con gli oggetti, compresi i cibi confezionati, “è altamente improbabile”. Così il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro, secondo il quale il problema è “garantire sempre un’igiene adeguata” delle mani e delle superfici.
IL CORONAVIRUS SULLE SUPERFICI
I dati, ha spiegato, “mostrano come il virus possa sopravvivere da qualche ora a qualche giorno laddove su queste superfici rimangano completamente protetti o non vengano esposti a pulizia a opere di disinfezione o a fenomeni naturali come sole e pioggia. Ma sappiamo anche che è molto sensibile ai disinfettanti a base di cloro e alcol e che si trasmette attraverso droplet o contatto attraverso mano”.
Dunque, “il miglior modo è lavarsi frequentemente e in maniera corretta le mani. Accanto all’igiene personale è importante l’igiene dell’ambiente: in alcuni luoghi privati possiamo farlo in maniera sistematica, in altri pubblici un po’ meno e allora la miglior prevenzione è di lavarci le mani in maniera corretta”.
LA PERMANENZA SUI DIVERSI TIPI DI MATERIALI
Un esperimento preliminare realizzato da ricercatori americani di Princeton, Ucla e dal National Institutes of Health aveva confermato che il COVID-19 può resistere fino a 3 giorni su superfici come plastica e acciaio, fino a 24 ore sul cartone e fino a 4 ore sul rame. Nella seconda parte dell’esperimento, gli studiosi hanno spruzzato il virus in un ambiente chiuso e hanno verificato che può restare nell’aria fino a tre ore dopo. Dylan Morris, studioso di Princeton, ha però precisato che le prove di laboratorio non necessariamente coincidono con la realtà poiché ad esempio, in caso di tosse o starnuto, le particelle sono abbastanza pesanti da finire generalmente al suolo.
Il fatto che il virus possa resistere così a lungo sulle superfici, ha spiegato il virologo Roberto Burioni, “significa solo che c’è il virus, perché dati sulla trasmissibilità attraverso il contatto con una superficie contaminata non sono disponibili. La notizia buona è che i coronavirus sono molto facili da inattivare. Basta la candeggina diluita, l’alcool e i gel disinfettanti a base di alcool”.
Ma è vero che il coronavirus può sopravvivere fino a nove giorni sull’asfalto? A rispondere a questa domanda, che ha fatto il giro dei social network e delle chat, è sempre Burioni. Ospite ieri a ‘Che tempo che fa’, il programma di Rai 2 condotto da Fabio Fazio, il virologo ha affermato: “Non è vero che può vivere così a lungo. Il virus mantiene una carica infettiva notevole per un giorno su carta e cartone, due giorni sulla plastica e quasi tre giorni sull’acciaio. Superfici, queste ultime due, facili e opportune da pulire o disinfettare per sicurezza con qualsiasi detergente igienizzante”.