Parmacotto si prepara a nuove sfide, soprattutto sul fronte dell’internazionalizzazione. L’azienda realizza già oltreconfine il 12% del proprio fatturato, che nel 2010 dovrebbe attestarsi sui 170 milioni di euro. L’obiettivo di medio termine è di innalzare la quota dell’export al 20% circa. I mercati che ricopriranno il ruolo più strategico saranno Stati Uniti e Francia, anche se il gruppo parmigiano nutre forti aspettative sulla Germania, dove conta di raddoppiare il proprio volume d’affari in tempi relativamente brevi.
A maggio 2010, Gruppo Parmacotto ha inaugurato il nuovo quartier generale, realizzato in 14 mesi con un investimento di 25 milioni di euro circa: su una superficie di 72mila mq (25mila coperti), ospita – oltre a un edificio per uffici – anche un impianto per la lavorazione delle materie prime e uno stabilimento per i servizi paraproduttivi. “Le parole d’ordine per il nuovo headquarter – ha dichiarato Marco Rosi, presidente di Parmacotto – sono state: grande attenzione all’ambiente, massime garanzie sul fronte dell’igiene e della qualità, utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Il prossimo obiettivo? Nel medio periodo, un altro stabilimento produttivo: magari negli Stati Uniti”.
Più in generale, all’estero il comparto della salumeria italiana gode di ottima salute: dopo la positiva performance maturata nel 2009, pari al +3,6% in quantità e al +3,3% a valore, prosciutti, mortadelle e affini mantengono un passo più veloce rispetto a quello medio delle esportazioni nazionali.
Secondo i dati più recenti diffusi da Assica – relativi al primo semestre del 2010 – oltreconfine sono state inviate circa 53mila tonnellate (+14,1%) per un corrispettivo di 443,5 milioni di euro (+12,3%).
Parmacotto, export in espansione
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