Consumi (in Italia e all’estero), accordi di filiera, sicurezza alimentare e sostenibilità: questi i quattro macro-temi scelti da Fiere di Parma, in collaborazione con Federalimentare, per riflettere con i protagonisti della community agroalimentare su strategie e progetti da mettere in campo per salvaguardare il comparto produttivo del food&beverage all’indomani dell’emergenza Covid-19.
Dal 2 al 3 settembre 2020, nel quartiere fieristico delle Fiere di Parma, gli stakeholders del settore sono invitati al forum “Food&Beverage e Covid: dalla transizione alla trasformazione”, che accoglierà i partecipanti in un quartiere fieristico completamente sanificato e dotato di un sistema di gestione accessi in grado di garantire la sicurezza e la salute dei visitatori secondo i più alti standard di safe & security. Sarà un evento fisico trasmesso anche in diretta streaming al fine di consentire anche a buyer e retailer esteri di assistere ai lavori. Accanto alle sessioni di discussione ci sarà anche uno spazio espositivo dove aziende di food e food technologies presenteranno agli operatori le ultime novità del settore. E, infine, un’area lounge e uno spazio innovazione.
“L’idea è confrontarsi per accelerare una normalizzazione dei processi di produzione, distribuzione e somministrazione che sia premessa per un rilancio dei consumi interni e una rapida ripresa dell’export – ha dichiarato Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma –. Lo shock che abbiamo subito ha esaltato il generoso talento di tutti gli attori dell’agroalimentare italiano, risvegliandoci da un’inerziale crescita guidata dalla domanda estera che durava ininterrottamente da 20 anni. Ora utilizziamo i risultati di questo stress test per progettare coralmente il prossimo ciclo di sviluppo con la partecipazione attiva e dialogante di tutta la filiera”.
Obiettivo confermato da Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare, che ha sottolineato come il Forum sarà un’occasione importante per creare un dialogo tra stekeholders, comprese le istituzioni politiche, per varare misure che possano sostenere il comparto del fuori casa e contenere un calo dell’export che, come ha ricordato Anna Flavia Pascarelli, Manager Food&Beverage Division di ICE, potrebbe nella peggiore delle ipotesi arrivare al 13/14 per cento.