È divorzio tra Federdistribuzione e Confcommercio-Imprese per l’Italia.
L’associazione delle imprese della distribuzione moderna – guidata da Giovanni Cobolli Gigli – ha annunciato ufficialmente la decisione di operare in forma autonoma rispetto a Confcommercio.
Nel comunicato di annuncio della scissione – decisa il 22 dicembre scorso dal consiglio direttivo – Federdistribuzione riconosce “la proficua collaborazione” con la confederazione presieduta da Carlo Sangalli e “la condivisione di attività e percorsi (primo tra tutti il rinnovo dell’attuale Ccnl)” che restano “obiettivi comuni che potranno portare anche in futuro a verificare forme di collaborazione, nell’interesse di entrambe le organizzazioni e dei settori rappresentati, sia a livello centrale che locale”.
“Federdistribuzione – prosegue la nota stampa ufficiale – rappresenta aziende alimentari e non alimentari della distribuzione moderna nei cui punti vendita si rivolgono decine di milioni di consumatori ogni settimana e dove vengono acquistati il 40% di tutti i prodotti venduti in Italia. Una realtà coesa intorno a valori forti, con una visione di un commercio votato al servizio del consumatore e al continuo miglioramento di se stesso, alla ricerca di sempre maggiore efficienza al proprio interno e in tutta la filiera, alla sostenibilità economica, sociale e ambientale del Paese e dei suoi territori. Questa cultura e questi valori meritano di essere meglio conosciuti e diffusi. Federdistribuzione intende portarli direttamente all’attenzione di istituzioni, media e clienti e così contribuire al dibattito che ci deve portare a una Italia più forte, per il futuro di tutti”.
Federdistribuzione si compone di sette associazioni nazionali: le aziende aderenti hanno realizzato nel 2010 un giro d’affari di 87,9 miliardi di euro, con una quota pari al 68,2% del totale fatturato della gdo; hanno una rete distributiva di 44.650 punti vendita (diretti e in franchising) e danno occupazione a circa 325.900 addetti. Rappresentano, infine, il 40% del valore dei consumi commercializzabili.
Già nel 2005, in un precedente mandato, Cobolli Gigli portò Federdistribuzione fuori da Confcommercio, allora guidata da Sergio Billé, per gli insufficienti “chiarimenti” sulla gestione del fondo del presidente della Confcommercio, una vicenda finita con una condanna per corruzione nel maggio 2011. Con l`arrivo di Sangalli in Confcommercio, un anno dopo, Federdistribuzione rientrò e Cobolli ne divenne uno degli otto vicepresidenti.
Federdistribuzione, scissione da Confcommercio
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