Il ruolo dell’etichetta nelle scelte di acquisto di prodotti ittici conservati è il tema dell’ultima indagine realizzata dall’Istituto Ixè per l’Osservatorio Nutrizione e Benessere, un progetto di ascolto e divulgazione scientifica dedicato allo studio degli stili alimentari degli italiani e alla corretta informazione per una alimentazione corretta e salutare, promosso da Nostromo in collaborazione con ANDID, Associazione Nazionale Dietisti.
Dalla ricerca è emerso che due terzi dei consumatori, in particolare i più giovani, consultano abitualmente le etichette e riconoscono l’importanza delle informazioni disponibili. Le più utili? La data di scadenza (64%) e l’origine del pesce (59%), soprattutto per le donne. Seguono la presenza di coloranti e conservanti, nome e indirizzo del produttore, peso netto e condizioni di conservazione.
Le proprietà nutrizionali, invece, non sono prioritarie per chi acquista: solo nel 19% dei casi si ricerca il contenuto di sale; nel 16% si presta attenzione agli acidi grassi saturi e alle calorie (importanti soprattutto per i giovani). C’è un dato, però, che colpisce più di tutti: il 63% dei consumatori crede che il tonno in scatola contenga conservanti. Se si passa al contenuto di grassi, il 41% ritiene che si tratti di una percentuale bassa, mentre il 36% pensa che il tonno ne sa ricco.
Un italiano su tre dice di essere ben informato sui grassi Omega3 mentre il 46% conosce il termine, ma non approfonditamente.
Solo la metà dei consumatori dichiara di sapere dove viene pescata la materia prima, ma molto spesso l’informazione non è corretta: il 34% degli intervistati indica l’Europa, di cui un 12% l’Italia. Il 19% del campione indica, invece, un oceano, in primis l’Atlantico (10%), mentre il 10% paesi o aree dell’Asia.
L’ETICHETTA COME STRUMENTO DI COMUNICAZIONE
Le informazioni on pack, quindi in etichetta, sono diventate sempre più importanti negli ultimi anni, tanto da spingere i player del Food & Beverage a curare ogni dettaglio perché, come afferma Giulia Bizzarri, Marketing manager di Nostromo “l’etichetta è uno strumento di comunicazione fondamentale tra azienda e consumatore”.
Per quanto riguarda quelle del tonno in scatola, il giudizio degli intervistati e perlopiù positivo: risultano abbastanza chiare e leggibili per gli intervistati più giovani, mentre gli anziani lamentano una difficoltà di lettura a causa di caratteri piuttosto piccoli. I consumatori più frequenti e le fasce d’età centrali (il 45% del campione) si mostrano interessati all’implementazione del Qr-code per visualizzare in maniera completa le caratteristiche del tonno in fase di acquisto. Ci, sono quindi, margini di miglioramento: “Magari condividendo plus come sostanze nutrienti, assenza di conservanti, quantità di sale, origine della materia prima e modalità di pesca – continua Bizzarri –. A tal riguardo il sistema di tracciabilità Nostromo, grazie alle informazioni presenti sulle etichette delle confezioni, permette di conoscere tutti i dati relativi all’origine del tonno acquistato: specie, oceano e zona Fao di pesca, imbarcazione, tempi e metodi di pesca. Una scelta di trasparenza per far sì che il consumatore possa compiere una decisione d’acquisto informata”.
Le fanno eco da ANDID, l’Associazione Nazionale Dietisti: “Un’etichetta chiara e dettagliata è alla base della corretta informazione ai consumatori, per effettuare consapevolmente le proprie scelte alimentari. In particolare, il sistema di tracciabilità rappresenta un valore aggiunto che permette di conoscere le origini del tonno acquistato. Esiste ancora un gap nell’ambito della nutrizione, forse derivante dall’eccesso di informazioni non tutte provenienti da fonti accreditate. L’Osservatorio Nutrizione e Benessere, come progetto di divulgazione scientifica, ha cercato di colmare questo divario dando risalto a una delle finalità di ANDID, cioè diffondere messaggi per un’alimentazione corretta e sostenibile ad una fascia sempre più ampia di popolazione”.