In questi giorni, diverse organizzazioni agricole, tra cui Cia e Coldiretti si sono alternate nel primo giro di consultazioni con il premier incaricato, Mario Draghi.
Un piano di ripartenza che veda protagoniste l’agricoltura e le aree rurali dell’Italia. È quanto chiede Cia-Agricoltori italiani, al presidente del consiglio incaricato. Per la rinascita del Paese c’è bisogno, prima di tutto, di attuare una stabilità politica e di varare le riforme necessarie per il rafforzamento dell’apparato produttivo. Con un’adeguata riscrittura del Recovery plan – sottolinea Cia – occorre rimettere in moto una rete di protezione sociale e ricreare nel Paese quel circolo virtuoso economico rimasto da troppo tempo bloccato.
L’AGROALIMENTARE PROTAGONISTA DELLA RINASCITA
“Il tema che abbiamo davanti” – sottolinea Dino Scanavino, presidente Cia – “è il futuro dell’Italia. Gli investimenti sono fondamentali perché tutto il Paese, comprese le aree interne e svantaggiate, possano partecipare alla rinascita’’.
D’altro canto, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini commenta “L’agroalimentare può, vuole e deve continuare a essere protagonista della ripartenza del Paese in ragione del grande contributo che può offrire in termini economici, occupazionali e sociali. Fondamentale diventa quindi lavorare all’unisono e sfruttare appieno le potenzialità del sistema-Paese”.
NUOVI POSTI DI LAVORO IN AGRICOLTURA
Anche sul tema lavoro, le organizzazioni agricole credono nel ruolo che il settore possa ricoprire nella ripresa dell’occupazione.
“Occorrono politiche attive efficaci, superando gli approcci assistenziali fin qui avuti” – afferma Scavino– “. La ripresa dipenderà dalla capacità di interpretare il cambiamento, cogliendo le opportunità delle strategie programmate, a partire dal Green Deal europeo, dove l’agricoltura, in sinergia con le altre risorse economiche dei territori, è chiamata a svolgere un ruolo da protagonista”.
“È stato un incontro assolutamente proficuo e interessante sulle tematiche di sviluppo per la filiera agroalimentare. Siamo partiti dal ruolo che l’agroalimentare potrà giocare nel prossimo futuro in termini occupazionali. L’agricoltura può generare nei prossimi anni un milione di nuovi posti di lavoro”, ha spiegato Prandini.