Ogni anno nel mondo vengono sprecati 931 milioni di tonnellate di cibo, pari al 17% di tutto quello prodotto. A sottolinearlo è il rapporto appena pubblicato da un’agenzia delle Nazioni Unite (Unep) sullo spreco alimentare domestico, di mense e ristoranti e dei rivenditori.
I dati sono relativi a 152 parametri raccolti in 54 Paesi. Nel complesso emerge come gli sprechi maggiori derivino dalle abitazioni private, dove viene buttato circa l’11% di tutto il cibo acquistato, mentre mense e rivenditori ne sprecano rispettivamente il 5% e il 2%. Uno spreco pari, in media, a 121 chilogrammi all’anno, 74 dei quali arrivano dalle case.
LO SPRECO DI CIBO NEL MONDO…
Analizzando i dati per area geografica, si notano grandi differenze tra i continenti e tra Paese e Paese. Si passa infatti dai 110 kg delle nazioni del Sud Est Asiatico ai 61 di quelle dell’Europa orientale, mentre l’Europa occidentale è a 65 e quella meridionale a 90 kg. Molti Paesi africani superano i 100 chili, mentre quelli dell’America centro-meridionale sono attorno ai 70 e quelli asiatici tra 80 e 90.
… E IN ITALIA
L’Italia spreca 67 kg di cibo all’anno per abitante dalle cucine delle abitazioni, per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate annuali. Un dato che la porta ai vertici della classifica insieme a Francia, Germania, Regno Unito e Russia.
L’IMPATTO SULL’AMBIENTE
Tutti questi alimenti prodotti e non utilizzati hanno un impatto assai significativo sul clima. Si stima che le emissioni associate rappresentino l’8-10% del totale dei gas serra. Per questo, secondo gli autori del rapporto dell’Unep (United Nations Environment Programme), se davvero si vuole agire sul cambiamento climatico non si può prescindere da questa realtà, e impegnarsi per modificarla.