Sui tempi di pagamento tra industria e gdo, da sempre questione bollente nei rapporti turbolenti tra produttori e trade, è intervenuto “a sorpresa” – o quasi – il Governo Monti con il decreto legge del 24 gennaio (con le disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività): nell’articolo 62 disciplina, con nuove norme, la cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, con l’intento di affidare al mercato la ricerca di un equilibrio delle relazioni commerciali, ma all’insegna della trasparenza e della correttezza.
In estrema sintesi, viene vietato:
– imporre condizioni ingiustamente gravose, retroattive, non contrattualmente previste;
– discriminare a fronte di prestazioni equivalenti;
– subordinare i contratti a circostanze estranee agli stessi e alle prassi commerciali;
– conseguire indebite prestazioni unilaterali.
– adottare altre condotte commerciali sleali
L’organo di vigilanza per il rispetto di quanto sopra è l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (Agcm), che può intervenire d’ufficio su segnalazione di qualunque soggetto interessato.
“Per la prima volta – sottolinea una nota stampa di Centromarca – in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, si dettano regole che riguardano le relazioni commerciali tra i vari operatori economici della filiera”.
I pagamenti delle merci sono fissati in un arco temporale di 30 o 60 giorni: per le merci deteriorabili il termine legale è fissato a “trenta giorni dalla consegna o dal ritiro dei prodotti medesimi o delle relative fatture”; resta fissato per tutte le altre categorie merceologiche il termine di sessanta giorni.
In qualità di organo di vigilanza per il rispetto delle regole, l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato può avvalersi della Guardia di Finanza per gli accertamenti del caso, può intervenire d’ufficio su segnalazione di qualunque soggetto interessato, anche assegnando sanzioni amministrative pecuniarie da 500 a 500mila euro, in funzione del fatturato dell’azienda, della ricorrenza e della misura dei ritardi.
“Si tratta di misure – ha commentato Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, all’Ansa – che aumentano la concorrenza, eliminano costi a monte e possono determinare una riduzione dei prezzi finali. A tutto vantaggio delle famiglie”.
Da parte della gdo, le prime reazioni segnano brutto tempo: a Il Sole 24 Ore, Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione, ha dichiarato: “così com’è scritta, la norma rende molto difficile la negoziazione. E viola l’indirizzo della Ue in termini di pagamenti: i termini legali sono 30 e 60 giorni, salvo libera negoziazione delle parti. Di questo parleremo, insieme a Coop e Conad, al ministro Passera e anche quando andremo in audizione al Senato”.