Come altri salumi tutelati, anche il Prosciutto di Modena Dop ha risentito non poco dell’emergenza sanitaria, chiudendo il 2020 con dati al ribasso. I prosciutti marchiati, infatti, sono stati circa 67mila, in calo del 2%, con 60mila cosce avviate alla produzione, cioè il 15% in meno rispetto all’anno precedente. Gli effetti dell’emergenza hanno coinvolto inevitabilmente anche il giro d’affari, sceso del 12%, a quota 5 milioni di euro. Un trend negativo determinato in gran parte dal blocco del canale Horeca. La Gdo, invece, ha segnato una contrazione del 2%, forte di un andamento stabile per quanto riguarda il segmento dell’affettato, con circa 630mila vaschette vendute. Prima della pandemia, inoltre, il Prosciutto di Modena si era da poco affacciato all’export e il Consorzio stava lavorando per aprire nuovi mercati. Restrizioni e criticità logistiche hanno dunque cambiato lo scenario, comportando nel 2020 una flessione del fatturato pari 30 per cento. Le esportazioni, che valgono circa l’8% del giro d’affari complessivo, sono indirizzate per il 57% negli Stati Uniti, primo mercato estero di destinazione. Seguono, con il restante 43%, i Paesi Ue, guidati nell’ordine da Francia, Germania, Spagna e Portogallo.
IL CONTRACCOLPO DEL COVID
Il Consorzio del Prosciutto di Modena recentemente ha rinnovato il suo consiglio d’amministrazione. “Il mio primo mandato – commenta Giorgia Vitali, riconfermata alla Presidenza – non è stato certo facile dal momento che a metà del percorso si è verificata la pandemia. Ciononostante, abbiamo voluto proseguire con l’attività di valorizzazione del Prosciutto di Modena, consapevoli di andare incontro al nuovo orientamento dei consumatori che, durante il lockdown, hanno preferito acquistare prodotti alimentari premium, ossia di qualità. In questi mesi di pandemia, nel corso dei quali non è stato possibile portare avanti attività promozionali in presenza, abbiamo ovviamente privilegiato la promozione sui canali social”.
LE SFIDE DEI PROSSIMI MESI
Al centro dei piani futuri c’è anzitutto la ripresa delle attività di promozione all’estero. “Si tratta – prosegue Vitali – di attività concentrate soprattutto su Giappone, Francia, Germania, USA e Canada. Dall’altra parte, puntiamo alla partecipazione a quelle fiere di settore che le aziende non presidiano, ma dove, invece, la presenza del Consorzio di tutela si rivela vincente. Tutto ciò attraverso una positiva azione di scouting di nuovi mercati e canali di distribuzione. Stiamo, inoltre, procedendo a modificare il nostro disciplinare di produzione, le cui ultime modifiche risalgono al 2010”.