I surgelati dominano nel retail

La pandemia ha spinto le vendite in Gdo, affossando i consumi fuori casa. Emergono i trend delle patate nell’Horeca e di pizza e ready meal oltreconfine

Introdotti sul mercato nazionale negli anni Sessanta, i prodotti surgelati continuano a riscuotere l’apprezzamento delle famiglie italiane e si confermano alimenti sempre più graditi anche alle strutture del catering. Nel 2019, i dati Nomisma rilevano consumi complessivi a volume attorno alle 850mila tonnellate, con una leggera crescita, pari al +1,1% rispetto al 2018. Il canale retail è avanzato a un tasso del +1,3% e il catering del +1,1%.

L’incidenza del giro d’affari generato dall’industria dei surgelati su quella dell’alimentare italiano nel suo complesso si è attestata stabilmente intorno al 3-4 per cento. Ad aver contribuito in modo determinante al raggiungimento di questi risultati positivi è l’elevato grado qualitativo dell’offerta: il livello delle tecnologie di conservazione raggiunto dall’industria è in grado di salvaguardare sia la salubrità sia le caratteristiche nutrizionali. Nel 2020, con la pandemia, i surgelati hanno registrato un tasso di crescita a doppia cifra, entrando in maniera preponderante nelle abitudini di consumo delle famiglie italiane.

BEST PERFORMER: PIATTI PRONTI E CARNI

Già nel 2019 la ripresa dei consumi di surgelati aveva coinvolto tutte le principali categorie alimentari. La crescita più consistente delle vendite (+2,5% sul 2018) ha riguardato le carni (rosse e bianche), seguite dai piatti pronti (+2,2) e da snack, pizze e paste semilavorate (+1,9%). Anche i prodotti ittici e i vegetali con le patate, che rappresentano le due categorie quantitativamente più consistenti dell’offerta, hanno incrementato le vendite, rispettivamente, del +1,3% e del +0,9 per cento.

Infine, è aumentato del 10,8% il consumo dell’aggregato formato da dessert, frutta e altre produzioni minori, a dimostrazione che l’interesse di famiglie e operatori per questi prodotti è stato generalizzato. Nel 2019 il consumo medio pro-capite di surgelati è salito a 14,1 kg e il giro di affari del settore si è attestato poco al di sotto dei 4,8 miliardi di euro.

IL LOCKDOWN FA SCHIZZARE LE VENDITE NEL RETAIL

La pandemia ha impattato notevolmente sull’evoluzione dei consumi di surgelati. Il 2020 è iniziato nel solco del 2019, confermando la crescita di interesse per questi prodotti sia nel retail sia nel catering. Ma con l’arrivo del lockdown a marzo, il trend delle vendite in Gdo ha registrato una forte impennata per l’improvvisa necessità da parte delle famiglie di avere a disposizione più alimenti conservabili da stoccare. La composizione della spesa alimentare è quindi mutata radicalmente a vantaggio dei surgelati e dei prodotti conservabili in generale, a discapito del fresco.

Nel primo quadrimestre 2020 le vendite di surgelati nel segmento retail sono aumentate del 13,5 per cento. L’intensità della crescita è stata diversa per le singole categorie, ma comunque generalizzata (fonte: Iias). Al contrario, dal mese di febbraio in avanti si sono fermate le vendite nell’Horeca, che nel 2019 rappresentava il 37% dei consumi. I danni subiti dal settore dei surgelati nel primo quadrimestre 2020 sono stati stimati in circa 150 milioni di euro, cifra destinata a salire ulteriormente quando si traccerà il bilancio complessivo dell’anno.

PIÙ FROZEN PER I GIOVANI

Il contenuto di servizio è il vero driver della crescita del consumo domestico di surgelati. Un sondaggio condotto a dicembre 2020 su un campione di 500 famiglie italiane sull’impatto della pandemia nelle decisioni di acquisto future ha rilevato che quasi un terzo degli intervistati (31%) pensa di acquistare più prodotti surgelati rispetto al passato. Il 29% è meno deciso e pensa che non acquisterà quantitativi superiori a quelli cui era abituato, mentre il restante 20% è sicuro che tornerà alle vecchie abitudini. Le classi di età più giovani (18-24 anni) hanno però mostrato una maggiore propensione a incrementare la frequenza di acquisto. Infatti, propendono per una maggiore spesa il 47% degli intervistati contro un 21% di indecisi e un 25% che invece non cambierà le proprie abitudini nei prossimi mesi.

surgelati

VEGETALI E PATATE DOMINANO I CONSUMI FUORI CASA

Secondo i dati IIAS, nel 2019 i vegetali e le patate rappresentavano congiuntamente oltre i tre quarti (78%) del consumo extra-domestico complessivo. Nel retail c’è invece un maggiore equilibrio tra i segmenti. Per quanto riguarda pizze e snack, il divario tra i due canali è il più rilevante, poiché pesano per il 14,9% nel retail e solo per il 5,3% nel catering.

PIZZA E PIATTI PRONTI: DRIVER DELL’EXPORT

Il comparto dei surgelati contribuisce anche al saldo positivo della bilancia commerciale del settore agroalimentare, grazie in particolare alle specialità italiane più note come piatti tradizionali, ortaggi tipici (broccoli, asparagi verdi) ma anche pizza in molte delle sue varianti. L’export di pizze surgelate ha superato nel 2019 le 150mila tonnellate per un controvalore stimabile in 500 milioni di euro (fonte: IIAS).

Tra i mercati con le migliori prospettive nei prossimi anni vi sono gli Stati Uniti, un Paese verso il quale dal primo trimestre del 2020 è possibile esportare prodotti vegetali con la carne suina – circostanza che dovrebbe favorire l’ampliamento delle esportazioni anche delle pizze con ingredienti carnei (come per esempio il salame). Nei primi undici mesi del 2020 gli Stati Uniti hanno importato dall’Italia pizze e piatti preparati surgelati per 19,3 milioni di dollari (+9,6 % sul 2019), una cifra pari al 10,4% dell’import totale di queste due categorie di prodotto.

PATATE, UN POTENZIALE ANCORA DA COGLIERE

Un’altra categoria di surgelati molto dinamica è quella delle patate fritte, un prodotto particolarmente adatto a soddisfare le moderne esigenze di naturalità e velocità del consumo alimentare extra-domestico. Nei fast food le patate fritte, proposte come stick, sono un alimento imprescindibile dell’offerta. Tuttavia, Nomisma rileva come l’industria di trasformazione italiana non sia stata ancora in grado di cogliere questa interessante evoluzione del mercato e quindi la bilancia commerciale registra un deficit strutturale. In particolare, nel 2019 il saldo è negativo per 260 milioni di euro per le patate surgelate lavorate o pre-fritte. Nel settore della trasformazione, l’Italia paga anche la dipendenza dalle nazioni dell’Europa centro-settentrionale per l’approvvigionamento di materia prima. Le aree di produzione del fresco avrebbero invece le potenzialità per sostenere anche l’offerta nazionale di surgelati trasformati.

FROZEN & BIO, BINOMIO VINCENTE

Nel settore dei prodotti biologici è cresciuto in modo significativo l’interesse da parte dei consumatori italiani anche per gli alimenti surgelati. Nel periodo 2012-2019 le vendite dei prodotti frozen bio in Gdo sono più che raddoppiate raggiungendo i 25 milioni di euro, un’evoluzione che ha coinvolto in modo progressivo tutte le principali categorie.

Nel 2020, complici anche le restrizioni per il Covid-19, le vendite di alimenti bio sono salite ulteriormente, raggiungendo 1,3 miliardi di euro (pari al 3,9% del totale alimentare) e trascinando al rialzo anche i surgelati. In futuro, superata l’emergenza sanitaria, le proposte dell’industria dovrebbero comunque tendere a valorizzare sempre di più l’aspetto salutistico dei prodotti.

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