Si chiama Granarolo Sustainable Transition ed è il programma di transizione ecologica della filiera agro-zootecnica di uno dei principali gruppi dell’industria alimentare italiana, con 8,5 milioni di quintali di latte lavorato e un fatturato 2020 di 1.280 milioni di euro. L’annuncio del suo avvio è stato dato nel corso della presentazione del Bilancio di Sostenibilità di Granarolo. Il piano si sviluppa lungo tre direttive: il benessere animale, la loro alimentazione e la riduzione dell’impatto ambientale legato alla produzione di latte.
“Dobbiamo produrre cibo in quantità sempre più elevate perché la popolazione del mondo aumenta, ma dobbiamo produrlo meglio, perché siamo in Italia, e con una particolare attenzione all’ambiente perché il pianeta è allo stremo – ha esordito Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo, nel suo intervento, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo progetto legato alla sostenibilità –. Il pianeta ha bisogno di essere rispettato. Dobbiamo ripristinare la verità, dichiarando qual è il carico del nostro impatto”.
MENO FARMACI, PIÙ TECNOLOGIA
La riduzione dell’impatto ambientale legato alla produzione del latte e generato dalla stalla è l’ambito in cui l’impegno di Granarolo si esprimerà maggiormente attraverso il nuovo programma di transizione ecologica, con azioni mirate e lavorando in particolare su: alimentazione delle bovine da latte, benessere animale, riduzione dei farmaci, agricoltura 4.0, gestione delle fonti energetiche e idriche in allevamento ed economia circolare.
“Si tratta di un progetto molto importante e innovativo – ha spiegato Calzolari – che investe la filiera a monte, agricola e zootecnica, e che integrerà con uno sforzo importante tutto quello che stiamo già facendo sul piano industriale. I nostri allevatori sono chiamati dall’Europa a impegnarsi nella transizione ecologica, economica e sociale e noi apriamo un cantiere che sarà in grado di rendicontare tutti i miglioramenti che anno per anno la filiera metterà a segno”.
Un comitato scientifico aiuterà Granarolo a costruire un percorso condiviso con gli allevatori. Alla sua guida è il professor Gianni Gilioli, Presidente del Corso di Laurea in Sistemi agricoli sostenibili dell’Università di Brescia, in sinergia con il Politecnico di Milano e con l’Università di Bologna.
TAGLIO ALLE EMISSIONI DI GAS SERRA
A inquadrare il progetto di Granarolo in una prospettiva di carattere globale è stato Maurizio Martina, Vice Direttore Generale Fao: “Dal nostro punto di vista è possibile ridurre del 30% le emissioni di gas serra in zootecnia se si adottano una serie di misure che affrontano fino in fondo questo nodo. Il lavoro che ha impostato e presentato oggi Granarolo credo sia un esempio virtuoso di cosa si può fare concretamente in questo senso e mostra che anche il settore zootecnico nella grande sfida della transizione ecologica, che significa produrre meglio consumando meno, può diventare parte della soluzione e non solo causa del problema”.